NORVEGIA

DISTANZA

33KM

DIFFICOLTA’ (1-10)

8

GIORNI

10

HIGH POINT

880m

TREKKER

Pietro Ienca
Luigi Chiurchi

Le Lofoten sono le caratteristiche isole della costa norvegese, famose per gli eccellenti prodotti ittici, per la natura spettacolare e per i piccoli villaggi nascosti.

La Norvegia è un paese talmente vasto da risultare difficile da girare da capo a fondo in maniera completa.
La quantità di ambienti e di perle nascoste da scoprire è immensa.  Un abitante di Bergen, di Stavanger o di Oslo, probabilmente ti dirà che gli sarà impossibile esplorare integralmente le sue terre in una singola vita. Vi sono però diversi itinerari che meritano di essere sperimentati con attenzione, più di altri.

Noi siamo atterrati a Bodø, pronti per affrontare uno di questi, immersi in una natura sorprendente.
Bodø è una cittadina da oltre 45mila abitanti, situata al di sopra il circolo polare artico. Recentemente è stata designata come Capitale europea della Cultura per l’anno 2024, ad attestarne il valore paesaggistico-culturale. È il centro urbano più a nord di sempre ad avere acquisito tale titolo, un vero e proprio primato.

Da qui, a bordo di un camper noleggiato, è iniziata una spedizione di dieci giorni, alla scoperta di Senja e delle Isole Lofoten. L’idea di spostarsi con un mezzo simile ci ha permesso di ammortizzare notevolmente i costi di spostamento, potendo sfruttare la possibilità di guidare, pasteggiare e dormire rimanendo a bordo. I grandi spazi aperti e le distanze tra una tappa e l’altra, ci hanno spinto ulteriormente ad andare in questa direzione. Non sono comunque state disdegnate diverse pause lungo il percorso, così da compiere alcuni tratti a piedi. TripInYourShoes, del resto, già dal nome indica la volontà di muoversi con le scarpe da trekking allacciate e la polvere dei sentieri sotto le suole. Il progetto è nato nel 2018 e da allora si propone di rilanciare una forma di turismo lenta e responsabile, che abbia come fulcro la valorizzazione del territorio.
Armati di macchina fotografica e di voglia di esplorare, dunque, abbiamo assaporato quattro luoghi principali in cui il nostro contatto con la natura norvegese è risultato potente: Senja, Haukland Beach, Reinebringen e Kvalvika.

Senja è un luogo di una bellezza mistica, dove il mare e le montagne sembrano abbracciarsi in un intreccio senza tempo. In inverno le temperature rigide possono raggiungere facilmente i -15°, ammantando di bianco tutta la costa, mentre d’estate il clima risulta più temperato, anche se un po’ di neve resiste tutto l’anno. Ed è proprio sopra questa leggera coltre nevosa, impastata con la vegetazione verde a macchie, che abbiamo raccolto alcuni mirtilli inediti. Lo spettacolo risiedeva nell’insieme degli elementi: la costa rocciosa davanti a noi, in picchiata sull’acqua salata del Mare del Nord; le dita sporche di succo viola dei frutti appena mangiati; alcuni colpi di vento freddo, che entravano dritti nei polmoni, liberando un’energia vitale che solo posti come quello riescono a darti; le leggere vibrazioni nelle gambe dettate dall’adrenalina.
Un pittore romantico di inizio Ottocento in un luogo del genere avrebbe tratto ispirazione per le sue tele.
Senja è uno scrigno di natura e paesaggi. Per chi ha la fortuna di visitare la fascia più settentrionale del paese scandinavo, questa località deve essere contemplata.

Il viaggio si è quindi spostato verso le isole Lofoten, le quali formano un arcipelago composto da cinque corpi principali: Austvagøv, Gimsøya, Vestvagøy, Flakstadøya, Moskenesøya. L’insieme delle terre emerse sembra disegnare sulla mappa una foglia di felce; svariati ponti uniscono le diverse parti insulari, rendendo il tragitto interessante ad ogni chilometro. Gli spostamenti via terra si concentrano quasi esclusivamente sulla E10, una strada asfaltata che nei mesi freddi si trasforma in una pista di ghiaccio.
Questa si distende dalla terraferma fino ad A° i Lofoten (l’ultimo centro urbano rilevante dell’arcipelago) per circa 350 km, disvelando viste panoramiche mozzafiato e una natura di rara bellezza. Ciò che colpisce è la cura della viabilità; il camper nei mesi estivi è una scelta vincente in questo contesto: ti permette di procedere con la testa più libera da destinazioni e tempistiche da rispettare, garantendoti maggiore indipendenza. Per non perdere il buon gusto italiano, ci siamo portati da casa del pesto alla genovese, così da condire una pasta cucinata a bordo.

Procedendo con curiosità verso Ovest, abbiamo superato diverse cittadine, che spezzano il ritmo tra un paesaggio incontaminato e l’altro. Evenes, Leknes, Svolvaer, Hamnoy, fino ad arrivare a Reine e infine ad A°.

È facile imbattersi in piccoli villaggi di pescatori, dove la vita scorre più lenta e le faccende umane procedono con genuinità. La case rosse in legno, così tipiche a queste latitudini, si affacciano sul mare freddo e sui riverberi del sole nordico, pallido in inverno e imperioso tra maggio e agosto, quando la sua luce si mantiene per la maggior parte delle ore.
Il pesce viene fatto essiccare a cielo aperto su alcune strutture in legno, che si possono scorgere sui cigli della strada. Il mare e la pesca sono elementi imprescindibili nella storia di questi luoghi, una storia che risale fin dall’epoca dei vichinghi; durante il viaggio la vista di molte spiagge di sabbia bianca sembrano invitarti a fare un tuffo, ed è proprio quello che abbiamo fatto, nonostante che a settembre la temperatura inizi a scendere sensibilmente. Sono luoghi immersi nel silenzio situati a pochi passi dalla strada, che rimandano a scenari tipici del Mediterraneo, anche se si trovano oltre 2500km più a nord.
Il contrasto tra le spiagge e la neve sulle punte dei crinali retrostanti è forte ed emozionante.

Del resto, è ugualmente fuori dall’ordinario vedere la costa dall’alto, dall’opposto punto di vista.
Ci è capitato di farlo sopra Haukland Beach, dove, allacciate le scarpe, siamo saliti sul monte Mannen per poter scattare alcune fotografie particolari. Le asprezze del paesaggio sembrano assumere un significato, in una cornice naturale così lontana dai rumori della città e dalla frenesia delle nostre vite. Ancora più impattante come vedute è stato il percorso che ci ha portati sopra a Klavika Beach, dove il panorama da cartolina ci ha ripagato da ogni sforzo compiuto per la salita. È assolutamente impressionante vedere l’erba dei prati che si arresta sul bordo delle pareti di roccia; accarezzati dal sole ci siamo spinti fino al limite, per goderci della vista sulla baia da un’angolazione diversa.

Un luogo che ci è rimasto particolarmente a cuore in seguito a questa esperienza norvegese è Reine, per una duplice ragione. In primis, per l’hike che siamo riusciti a portare a termine qui, accompagnati da condizioni meteorologiche favorevoli. Dal piccolo centro abitato, che conta poco più di trecento abitanti e che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del turismo locale, abbiamo infatti imboccato il  sentiero per Reinebringen. Si tratta di un tracciato che prevede una lunghissima scalinata di oltre 1500 gradini, che salendo lungo il fianco della montagna ti porta fino a 448 metri di altezza. Dalla sommità è possibile apprezzare uno degli scenari maggiormente iconici di tutte le Lofoten Islands, che unisce la paesaggistica naturale con l’abilità dell’uomo nel realizzare una delle strade più spettacolari del mondo.
Ponti e isolotti, mare e montagne, abitazioni e verde.

La pace dei sensi da quassù è un’idea meno astratta.

Ed è proprio a Reine che abbiamo vissuto la nostra migliore nottata – ecco il secondo motivo – grazie ad un’aurora boreale gustata in tutto il suo splendore. Mantenere la calma per realizzare i nostri scatti fotografici non è stato semplice, tanto era forte l’emozione del momento. Come un’ondata che tutto copre, le Northern Lights si sono prese il palcoscenico di quella notte settembrina, riempiendoci gli occhi per diversi minuti. I bagliori verdeggianti e le velature violacee coloravano il cielo, coprendo il firmamento sopra le nostre teste. Il silenzio era rotto soltanto dalle nostre esclamazioni di stupore e dall’infrangersi dei flutti sugli scogli: meraviglia! Non è così scontato in Norvegia imbattersi nell’Aurora, entrano in gioco diverse variabili legate all’umidità, alla latitudine, al periodo stagionale e all’illuminazione artificiale intorno a sé. Ci consideriamo dunque molto fortunati ad aver coronato questo sogno.

La spedizione si è quindi spinta fino ad A° i Lofoten, il centro abitato più occidentale dell’arcipelago. Questo si sviluppa alle pendici di un massiccio, che pare sollevarsi dal nulla col suo vestimento di rocce e cespugli. È qui che abbiamo trovato un’ottima panetteria, dove non avremmo mai pensato; la qualità dei prodotti era apprezzabile, ma i prezzi risultavano piuttosto cari.
Questo luogo inoltre, che rappresenta il paradiso dei pescatori di merluzzo, vede al suo interno la presenza di un museo dello stoccafisso, vantato orgogliosamente come una specialità locale intrisa di storia.
Arrivati qui, in punta alle isole Lofoten, abbiamo respirato a pieni polmoni il senso di libertà che può darti la Norvegia, un microcosmo che unisce ottime infrastrutture ad ambienti naturali da quadro. Dopo aver percorso oltre 1000 km in pochi giorni, attraversando uno scrigno di avventure, era tempo di rientrare sulla terraferma. Imbarcando direttamente ad A° i Lofoten su un traghetto, abbiamo completato un anello facendo ritorno a Bodø, dove tutto è iniziato.

Già tempo di bilanci. Questo viaggio ci ha permesso di saggiare le potenzialità di un paese che fa delle sue meraviglie paesaggistiche un punto di forza. Percorrere la E10 è stata un’esperienza inebriante. È una montagna russa emozionale, su cui convergono sentimenti di pace, di adrenalina, di stupore e di entusiasmo, a seconda delle viste che ti si aprono su ogni lato. Le Lofoten sono turisticamente solide, ma mantengono al loro interno realtà semplici, in stretta connessione con il territorio. Le comunità di pescatori, la sentieristica, le spiagge libere e prive di strutture ricettive, preservano un’atmosfera selvaggia per chi cerca giornate piene di energia. Noi di TripInYourShoes possiamo dire di essere tornati a casa soddisfatti, con una serie di immagini nella testa che difficilmente si scorderemo.