THE WALSER WAY

DISTANZA

65 KM

DIFFICOLTA’ (1-10)

7

GIORNI

6

DISLIVELLO

7500 Mt

HIGH POINT

2738 Mt

Una settimana di trekking tra l’Alta Valsesia e la valle Cervo.

Un itinerario che attraversa valli preziose, una comunità secolare che continua a lasciare la sua traccia

La Traversata dei Walser è un percorso alpino che si sviluppa a cavallo tra la Valsesia e la Valle Cervo. Un tracciato che ha fatto da cinghia di trasmissione commerciale a partire fin dal XIII secolo. Lungo questa direttrice si è raccolta in passato una comunità montana dotata di caratteristiche uniche. I “Walser” hanno marchiato il territorio con il loro dialetto, con le loro strutture abitative, con i loro circoli economici in alta quota. Ancora oggi è possibile toccare con mano l’eredità materiale di questa popolazione.
Seguendo una tabella di marcia tarata su sei giorni di cammino, abbiamo compiuto un trekking che ci ha permesso di respirare una discreta dose di avventura, in un contesto di montagna di prim’ordine. Partendo da Macugnaga (provincia di Verbania), abbiamo “accarezzato” il massiccio del Monte Rosa sul versante est per due giorni, puntando Alagna. Da lì, siamo risaliti in quota addentrandoci in Valvogna, fino a svalicare presso il passo del Maccagno e ritrovarci così a sovrastare il territorio del Biellese, verso cui siamo scesi per completare la nostra route.

Questa route, di media difficoltà, è stata compiuta con le tende

per garantirci maggiore flessibilità lungo il tragitto ed evitare brutte sorprese nei rifugi a causa del covid-19. Siamo riusciti comunque a pernottare presso il rifugio Valvogna (1380 metri), oltre a goderci la cena presso l’Alfredo Rivetti (2150 metri), nella notte di San Lorenzo.
Ci sono diversi spot che vanno evidenziati, capaci di rendere l’itinerario stimolante da un punto di vista fisico e paesaggistico. Il Passo del Turlo è il primo di questi: si tratta di un colle che si conquista dopo aver compiuto un dislivello di circa 1500 metri in salita da Macugnaga [nel nostro caso l’ascesa è stata spezzata in due parti, 400 metri la prima sera e 1100 metri il secondo giorno]. Il tratto finale si compie lungo una mulattiera ben curata, sotto un sole cocente che va contrastato con più di una passata di crema ( cosa che noi non abbiamo fatto e che ci è costata cara!).
A metà della salita si presenta il Bivacco Lanti (2150 metri s.l.m.), uno squisito punto d’appoggio inaugurato lo scorso anno, con interni in legno, una capienza massima fino a 12 posti letto e la capacità di ricaricare i telefoni cellulari. Inoltre, la presenza di una fonte di acqua potabile e il panorama sulla valle sono due punti di forza in più.

IMG-20200908-WA0015
DSC_0078
DSC_0157

E a proposito di viste, quella che si apre una volta raggiunti i 2700 metri è immensa, su entrambi i versanti.

Per gli amanti della montagna, questo è un classico punto di medio, dove puoi constatare il risultato della fatica compiuta fino ad allora e intanto saggiare con lo sguardo il percorso che resta davanti a te.
Sotto si presentano i Laghi del Turlo. Sono due piccoli specchi d’acqua fresca, coccolati da prati verdeggianti e dalle rocce che si adagiano intorno ad essi. Sono un’ottima location per fermarsi a riposare o per pranzare.
Slanciandosi lungo la discesa, si arriva fino al rifugio Pastore, a una quota di 1600 metri. La possibilità di campeggiare con la tenda è un’opzione che consigliamo caldamente in questo posto, situato letteralmente ai piedi del Monte Rosa. La parete Est del massiccio si erge con maestosità, facendosi largo tra le nuvole che la solleticano sui fianchi. Il risveglio mattutino con questa vista è da urlo, assicurato.

Nel proseguo della nostra marcia, abbiamo sfruttato il paese di Alagna per fare rifornimenti di cibo e di acqua

prima di rituffarci nella natura risalendo la Valvogna fino in fondo. Con un’ascesa complessiva di 1300 metri – che abbiamo nuovamente spezzato in due giorni – ci si eleva fino al Passo del Maccagno, un luogo ammantato di misticismo alpino. Il vento massaggia i crinali rocciosi, mentre una distesa immensa e modellata dall’antico passaggio di un ghiacciaio si apre un centinaio di metri più in basso: si tratta del Colle Lazoney (2390 metri s.l.m.). È in questo punto che si intersecano l’Alta Valsesia e la Valle Cervo, protagonista quest’ultima della parte finale del nostro giro. Qui si possono scorgere vari cippi in pietra per segnalare il sentiero, a causa della frequenza con cui tende a depositarsi la nebbia in tale avvallamento.

Il rifugio Alfredo Rivetti (2150 metri s.l.m.) è stata la nostra tappa successiva.
Si tratta di un rifugio edificato su un balcone naturale, da cui si può dominare il panorama circostante in profondità. La cena a base di bagnacauda e vino rosso è stata il preludio di una stellata memorabile, con il cielo ripulitosi in seguito ad una perturbazione passeggera. Vita vera che scorre.

Gli ultimi due giorni li abbiamo trascorsi in Valle Cervo, che si sviluppa nel biellese e annovera diverse cime interessanti, oltre ad un bacino escursionistico non indifferente. Tra Piedicavallo e le Selle di Rosazza (1489 metri s.l.m.) abbiamo avuto modo di viverci un finale tranquillo, tra bagni fluviali, mulattiere ben curate e grappini serali a suggellare giornate piene.

IMG-20200908-WA0014
DSC_0081
DSC_0077

Di seguito, ecco le specifiche giorno per giorno del nostro itinerario, con i rispettivi dislivelli e le ore di cammino impiegate.

1 – Da Isella ad Alpe la Piana:

Salita: +400 metri
Discesa: – 0 metri
Percorrenza: 1.30 h di cammino

3 – Dal Rifugio Pastore al Rifugio Valvogna:

Salita: +300 metri
Discesa: – 500 metri
Percorrenza: 4 h di cammino

5- Dal Rifugio Rivetti a Piedicavallo:

Salita: + 0 metri
Discesa: – 1100 metri
Percorrenza: 2.30 h di cammino

7 – Dal Rifugio Madonna della Neve a Rosazza:

Salita: + 0 metri
Discesa: -500 metri
Percorrenza: 2 h di cammino

2 – Da Alpe la Piana al Rifugio Pastore:

Salita: + 1100 metri
Discesa: – 1200 metri
Percorrenza: 6.30 h di cammino

4 – Dal Rifugio Valvogna a Rifugio Rivetti:

Salita:+ 1300 metri
Discesa: – 600 metri
Percorrenza: 6.30 h di cammino

6 – Da Piedicavallo al Rifugio Madonna della Neve:

Salita: + 500 metri
Discesa: – 0 metri
Percorrenza: 2 h di cammino

Il percorso proposto è adatto ad escursionisti che abbiano un minimo di esperienza con il trekking, ma non prevede tratti particolarmente esposti; il sentiero è ben segnato, con un segnavia a bande orizzontali rosse e bianche. Da segnalare la produzione di formaggio presso l’Alpe Maccagno, che si trova nell’alta Valvogna prima di svalicare l’omonimo passo. Le condizioni meteorologiche potrebbero risultare altalenanti.
Le viste sicuramente meritano la vostra attenzione!

DSC_0144
DSC_0140
DSC_0099

Pietro Buatier, Marta Sobrero, Lucia Buatier, Pietro Grotti, Marco Olcese, Isabel Caroni

-I dislivelli da affrontare possono talvolta risultare impegnativi, dunque si raccomanda l’utilizzo di un equipaggiamento da montagna consono

-In estate data la forte esposizione al sole, le scottature possono sopraggiungere su braccia, gambe e collo. E’ dunque caldamente consigliato l’uso di crema solare

-Le condizioni meteo-climatiche possono mutare rapidamente nell’arco della stessa giornata, sono quintd necessari degli indumenti impermeabili.

-Il sentiero si può affrontare in tenda

-La possibilità di trovare rifugi in ogni tappa garantisce a questo percorso una certa sicurezza in termini di punti d’appoggio disponibili

-Consigliamo di pernottare una notte presso il Bivacco Lanti, che si può raggiungere già il primo giorno partendo da Staffa Macugnaga.

-Per quanto riguarda l’approvvigionamento di rifornimenti lungo il tragitto, i vari rifugi che si incontrano offrono la possibilità di mangiare a pranzo e a cena. Il nostro consiglio è di partire con un fornelletto a gas per ogni coppia di trekker e avere garantiti i pasti per almeno 2/3 giorni.

-Ad Alagna, che si attraversa a metà della settimana, si possono acquistare alimenti freschi di ogni sorta. Sono presenti supermercati, panifici, alimentari e farmacie.

-Presso l’Alpe Maccagno viene prodotto l’omonimo formaggio, che a seconda dei periodi può essere acquistato anche in loco. Il gusto intenso e il processo naturale con cui viene preparato lo rendono assai gradevole.

–  Una guida ben fatta riguardante la zona dell’Alta Valsesia, è quella preparata dalla Geo4Map (Sezione di Varallo)