Liguria: crocevia di paesaggi e biodiversità
18 Novembre 2022
Storia di una Transapuana di fine ottobre
21 Febbraio 2023

Pietra di Bismantova: un’antica memoria dell’Appennino Tosco-Emiliano

 

La Pietra di Bismantova è un contrafforte roccioso situato nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano e più precisamente nella provincia di Reggio Emilia: si presenta come una montagna mozzata, al cui vertice si crea un vasto altopiano. Ha una lunghezza di 1 km, una larghezza di 240 m, raggiunge un’altezza di 1041 metri. Dalla cima si può ammirare un paesaggio mozzafiato: dall’arco montuoso che va dal confine con la Toscana di cui fa parte il monte La Nuda alle cime confinanti dei monti Ventasso, Cusna e Cimone; ai caratteristici paesini circostanti, custodi di antiche tradizioni, fino alle zone pianeggianti di Modena e Parma in cui si perde l’orizzonte.

La forma caratteristica e inconfondibile della Pietra di Bismantova ispirò il sommo poeta Dante Alighieri a tal punto da citarla nella Divina Commedia: Montasi su in Bismantova in cacume / con esso i piè; ma qui convien ch’om voli/. La citazione si riferisce ai versi 26 e 27 del IV canto del Purgatorio poiché la sua ascesa poteva essere paragonata a quella del monte del Purgatorio.

La forma irregolare della Pietra rende il suo profilo unico da ogni punto di vista offerto dai paesi circostanti: arrivando dal Cerreto si potrà osservare la parte più rocciosa mentre dalla pianura sarà possibile osservarne la parte più boscata. Si tratta di un monumento naturale costituito da arenarie mioceniche, derivanti per la precisione dal Miocene inferiore, ossia 1,5 milioni di anni fa. Le antiche rocce sono tipiche di un ambiente marino poco profondo durante una fase climatica tropicale e nei suoi dintorni sono anche stati ritrovati fossili di gasteropodi, bivalvi, alghe calcaree, spicole di spugna e denti di pesce a testimonianza di un passato in cui il territorio risultava completamente sommerso dall’acqua marina. Successivamente diverse antiche civiltà hanno lottato per la supremazia sulla pietra come luogo strategico di vedetta. Da un punto di vista storico i manufatti in selce e frammenti ceramici rinvenuti sulla roccia testimoniano la presenza umana in tempi antichi. In epoca bizantina sulle pendici della pietra fu edificato un fortilizio difensivo.

Sulle rovine di questo edificio, nel XVIII secolo fu edificato il tuttora esistente eremo benedettino con annessa la chiesa aperta al pubblico. Il territorio fu feudo della famiglia Dallo da Bismantova fino al XVI secolo, quando divenne parte del dominio degli Este. Nel 1859 divenne parte del nuovo comune di Castelnovo Monti e ne è tutt’ora parte. Nella cultura della montagna rappresentava un luogo di pellegrinaggio e ritiro spirituale ma anche un’occasione di convivialità: la prova più evidente è costituita dal già citato santuario che si trova alle sue pendici. Le famiglie partivano dalle loro case e si dirigevano a piedi verso questa speciale meta. Attualmente l’antica tradizione domestica rischia di perdersi ma nuove attività quali l’arrampicata richiamano gli scalatori di tutta Europa per la presenza di strade ferrate e gli escursionisti sono affascinati dal sentiero che porta alla vetta. Da un punto di vista naturalistico, la Pietra risulta caratterizzata da ambienti molto differenti fra di loro: pareti a strapiombo alternate a versanti con pendenze leggere e graduate, zone assolate e versanti più freschi. La varietà ambientale si può riscontrare nella complessità della flora: le zone più assolate sono costituite da boschi di roverella accompagnati da arbusteti di ginepro, biancospino e rosa canina mentre i versanti più ombrosi e freschi sono caratterizzati dalla presenza di nocciolo, acero campestre, carpino nero, tiglio e maggiociondolo.

La sommità della Pietra, antica meta dei pastori, attualmente è inutilizzata e interessata da una progressiva espansione del bosco sulla superficie erbosa. Nelle zone rocciose invece si trovano specie che sopportano bene il caldo come il timo serpillo. La fauna è caratterizzata da alcune specie di rapaci che nidificano nelle rocce, tra i quali il Gheppio. Massiccia la presenza della Taccola. Caprioli, lepri, cinghiali, scoiattoli, fagiani, ricci comuni ed altri animali popolano l’area circostante la Pietra. Nelle leggende popolari la Pietra è descritta come un luogo sacro e magico a capace di esercitare una grande importanza sugli abitanti dell’Appennino a tal punto da parlare del “mal da preda” ossia il “male della pietra” per indicare la nostalgia del suo panorama e il legame profondo degli abitanti della montagna rispetto al proprio paesaggio.

DSC_1837
DSC_2688

Autrice: Chiara Marescalchi