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Hortus Italiae. Tre itinerari ad anello sul Monte Baldo, fra paesaggi “naturali” e “militari”.

Il sistema montuoso del Baldo si estende a cavallo fra la Provincia di Verona e quella di Trento per circa 40 Km in direzione nord-est/sud-ovest. È delimitato a est dalla Valle dell’Adige, più precisamente dal tronco di valle denominato Vallagarina, e a nord dalla Valle di Loppio che separa dal gruppo del Monte Stivo; mentre a ovest si distende il Lago di Garda che delimita la sponda occidentale e meridionale del Baldo. Questo territorio è appartenuto storicamente a diverse potenze europee, latine e germaniche, che ne hanno influenzato nel corso dei secoli la cultura e il paesaggio: dai Romani agli Asburgico, passando per la Repubblica di Venezia, fino all’attuale suddivisione fra Veneto e Trentino. Tutti questi fattori ne hanno fatto un territorio “di cerniera” fra cultura latina e germanica, fra pianura e montagna e fra ambiente urbano e rurale.

La notorietà del Monte Baldo è dovuta principalmente alla botanica e alla geologia, in particolare alla diffusa presenza di fossili. Già nel Cinquecento gli “erbari”, precursori o padri fondatori della botanica, iniziarono a studiare e rappresentare la flora con particolare interesse verso le piante officinali, fondamentali per ottenere farmaci. Il Baldo iniziò ad essere visitato in maniera sempre più frequente nell’Ottocento da studiosi provenienti soprattutto dal nord dell’Impero Asburgico e dal Veneto. Sul finire del secolo la botanica e la visione dai fondovalle dei monti, finora considerati luoghi maledetti, passarono in secondo piano, o meglio, vennero affiancati dalla moda lanciata dai britannici delle imprese alpinistiche per apprezzare i panorami mozzafiato tipici delle vette alpine. Tra i primi a compiere queste escursioni, nella seconda metà dell’Ottocento, vi fu l’irlandese John Ball, autore di una delle guide delle Alpi più celebri della storia dell’escursionismo, che tocca anche il Monte Baldo.

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Nel 1893 il geografo e storico Ottone Brentari pubblicò la Guida del Monte Baldo per la SAT (Società Alpinisti Tridentini) che include nozioni di botanica ma soprattutto carte, vedute e informazioni per raggiungere le cime baldensi, tra cui l’Altissimo (2.078 m), dove pochi anni dopo sarà costruito uno dei rifugi più frequentati e simbolici di tutto il Trentino.

Le tensioni geopolitiche di inizio Novecento portarono alla costruzione di un complesso militare difensivo ad opera dell’esercito austro-ungarico, che fu però occupato dagli italiani fin dai primi giorni dopo l’entrata in guerra. Il paesaggio secolare dei pascoli e delle malghe, le quali finirono abbandonate o distrutte, fu contaminato così da quello militare con caserme e trincee, ancora oggi in parte visibili. Tra i soldati che vissero negli accampamenti del Baldo si ricordano anche personaggi illustri quali Cesare Battisti, Filippo Tommaso Marinetti, Antonio Sant’Elia e Dino Grandi.

Dopo le due guerre mondiali il turismo sul Baldo divenne un fenomeno di massa e vennero costruite centinaia di “seconde case”, soprattutto nelle due località sciistiche costruite ex-novo: Polsa e San Valentino. Perciò, negli anni Settanta, con lo scopo di frenare l’eccessiva cementificazione e mantenere gli spazi naturali autentici che in passato attirarono botanici ed esploratori, fino a definirlo “Hortus Italiae” (giardino d’Italia) o addirittura “Hortus Europae”, prese campo l’idea di formare un parco naturale. A supportare questa proposta furono principalmente la SAT di Brentonico e l’associazione Fiore del Baldo. Nel 1972 venne finalmente istituita la Riserva naturale di Corna Piana mentre l’istituzione del Parco naturale avverrà soltanto nel nuovo millennio. Dal 2013, infatti, il Parco Naturale Locale del Monte Baldo tutela e promuove l’ambiente unico del Monte Baldo (sponda trentina), mentre dal 2018 è stata avviata la procedura di candidatura UNESCO come sito misto natura/cultura.

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Tra i numerosi sentieri che attraversano il gruppo montuoso, spiccano tre itinerari ad anello davvero imperdibili:

1 – Il Sentiero del Ventrar parte dal posteggio poco sopra Bocca di Navene (1.420 m), passa attraverso imponenti rocce calcaree a strapiombo sul Lago di Garda, situato ben 1500 m più in basso, con dislivelli e verticalità impressionanti. Il sentiero non presenta particolari difficoltà tranne alcuni tratti attrezzati con corde metalliche particolarmente esposti. Giunti alla località Prai, si può godere di un panorama su quasi tutto il Lago; da qui si sale diagonalmente in mezzo ai pascoli fino a raggiungere il Tratto Spino, dove è situato l’arrivo della spettacolare funivia proveniente da Malcesine. Proseguendo lungo una strada sterrata che offre panorami verso il versante atesino del Baldo si ritorna alla partenza dopo un percorso totale di circa 2 ore e 30.

 

2 – Il secondo itinerario, Sentiero della pace, ripercorre i sentieri tracciati durante la Grande Guerra fra i pascoli della Polsa. La durata è di circa 3 ore; il percorso parte dal posteggio del Camping Polsa, segue prima una strada sterrata fino ad arrivare ai primi resti delle caserme. Da qui, è consigliata la deviazione alla cima del Vignola (1.607 m), dove si trova un primo complesso di contraeree e trincee. Si prosegue riallacciandosi alla strada sterrata che gira nel versante esposto a sud, dal quale si ammira un panorama verso l’ultimo tratto alpino dell’Adige, e nelle giornate limpide fino all’Appennino Tosco-Emiliano. Superata la Bocca d’Ardole si risale al Corno della Paura (1.518 m), sperone calcareo a strapiombo sulla Valle dell’Adige, attraverso una serie di gallerie scavate nella roccia. In cima si trova un complesso di resti di caserme e postazioni di artiglieria e contraeree e si può ammirare un panorama a 360° su tutto il Baldo, sulle Dolomiti del Brenta e sulle Piccole Dolomiti. L’anello può essere chiuso proseguendo lungo una strada a tratti asfaltata ma chiusa al pubblico in determinate fasce orarie, oppure ritornando alla Bocca d’Ardole, passando per la Malga Susine, consigliata per una pausa pranzo tipica.

 

3 – Il terzo percorso ha una durata di circa 5 ore e parte dalla Bocca del Creer, presso il Rifugio Graziani (1.617 m). Da qui si segue una strada forestale fino a Malga Campo dove è possibile acquistare tipici formaggi km0. Superata la malga, il sentiero si restringe, passa attraverso le solite rocce calcaree che caratterizzano il Baldo e dopo alcuni punti panoramici sull’Altopiano di Brentonico e sulla Vallagarina devia sul versante nord, fino ad arrivare al Rifugio Malga Campei (1.470 m). Dopo una pausa pranzo con le specialità trentine si risale la Val Parol fino ad arrivare all’anticima del’Altissimo: il Monte Varagna (1.779 m). Proseguendo lungo un sentiero fra prati e resti degli accampamenti della Grande Guerra si arriva al Rifugio Damiano Chiesa al Monte Altissimo (2.060 m), consigliato per una merenda prima della discesa al punto di partenza.

 

Gli itinerari sono percorribili in quasi tutte le stagioni, eccetto negli inverni particolarmente nevosi, ormai sempre più rari, ma la stagione ideale per apprezzare il Monte Baldo è chiaramente la primavera, durante la quale è possibile ammirare la fioritura di centinaia di specie botaniche.

Lorenzo Brocada